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RISCHIO CHIMICO: STUDIO INAIL PER OPERATORI SANITARI

I rischi per gli operatori sanitari: rischio chimico e gas anestetico

Un documento dell’Inail presenta un modello integrato per la valutazione dell’impatto dell’esposizione a fattori di rischio fisico, chimico e biologico sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari. Focus sul rischio chimico dei gas anestetici.

Nell’Unione europea il settore sanitario occupa circa il 10% dei lavoratori e risulta essere uno dei più grandi settori occupazionali, con un’ampia gamma di professioni, dove le donne “rappresentano circa il 77% della forza lavoro”. E la percentuale di infortuni sul lavoro in questo settore, “con un 30% circa in più rispetto alla media, è tra le più elevate nell'Unione europea”.
È evidente che “con una porzione così ampia della forza lavoro globale impiegata in questo settore ad alto rischio, e in previsione di un crescente bisogno di operatori sanitari in futuro, il potenziale impatto di questi rischi è considerevole e richiede una risposta adeguata”.
A ricordarlo, con queste parole, è la presentazione di un progetto connesso all’esperienza dell’Azione centrale del CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) 2018 rivolto agli operatori del settore sanitario.
Per presentare i risultati del progetto all’interno del programma CCM 2018 (che è suddiviso in area progettuale e azioni centrali) il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail ha pubblicato due diversi volumi, ognuno articolato in due parti, curati da Giuseppe Campo, Diego De Merich, Giusi Piga e Massimo Spagnuolo (Dimeila, Inail).
Il primo volume “Report azione centrale CCM 2018 - Volume 1. Modello integrato per la valutazione dell’impatto dell’esposizione a fattori di rischio fisico, chimico e biologico sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari”, di cui ci occupiamo oggi, affronta in particolare i rischi lavorativi per gli operatori del comparto sanitario e presenta anche una sintesi statistica dei dati disponibili su infortuni e malattie professionali.

Strutture sanitarie e gas anestetici: i rischi per gli operatori
Il capitolo 2 (“Rischio da agenti chimici nelle strutture sanitarie”) della seconda parte del Report presenta i rischi legati all'utilizzo di sostanze chimiche (disinfettanti, gas anestetici, detergenti, …) e all’esposizione a medicamenti e farmaci pericolosi.
Con riferimento al contenuto del capitolo - curato da Renato Cabella, Paola Castellano, Monica Gherardi, Mariangela Spagnoli, Mauro Pellicci e Giovanna Tranfo (Dimeila, Inail) – ci soffermiamo oggi, in particolare, su quanto indicato riguardo ai gas anestetici.
Si ricorda che da lungo tempo i gas anestetici vengono impiegati nel settore sanitario, ma solo recentemente “il primo anestetico inalatorio, l’alotano (fluotano), ha sostituito i precedenti anestetici inalatori, ad eccezione del protossido di azoto (N2O), seguito da nuovi anestetici inalatori alogenati quali isoflurano, enflurano, desfurano e sevfluorano (sevorane)”. E la letteratura scientifica “riporta numerosi studi inerenti agli effetti tossici provocati da esposizioni a gas anestetici per il personale di sala operatoria evidenziando, in alcuni casi, alterazioni dei parametri immunologici, insorgenza di disturbi neuro comportamentali, danni epatici e renali, fino ad arrivare ad ipotizzare una correlazione fra inalazione di tali sostanze ed effetti genotossici”.
Inoltre, sebbene “la bassa solubilità di questi gas porti ad una rapida eliminazione dal corpo umano”, in molti lavori scientifici, si evidenzia comunque, “per gli operatori professionalmente esposti, l’insorgenza di effetti epatotossici e tossicologici riproduttivi, oltre a disfunzioni renali ed epatiche”. Si ricorda poi che gli effetti cronici a lungo termine “mostrano una relazione con la concentrazione del gas anestetico e la durata dell’esposizione”.
Il documento riporta molti altri dettagli sulle relazioni tra esposizione a gas anestetici e rischi lavorativi e patologie.

Strutture sanitarie e gas anestetici: le misure di prevenzione
Riguardo alle misure di prevenzione e protezione, si indica che tali misure “devono rispondere ai requisiti di salute e di sicurezza di cui ai disposti del d.lgs. 81/2008 e s.m.i.”.
In particolare – continuano gli autori del capitolo – “per quanto riguarda il protossido d’azoto, caratterizzato da una maggiore tossicità rispetto ai liquidi volatili anestetici (ad es. sevoflurano, desflurano, ecc.), il datore di lavoro deve evitarne, per quanto possibile, l’utilizzo e considerare, per i comparti operatori di nuova realizzazione, l’assenza di impianti di erogazione di tale anestetico, salvo particolari esigenze nell’ambito di tecniche chirurgiche e/o anestesiologiche”. Ed è poi opportuno “sottolineare l’importanza di un costante controllo dell’impianto di anestesia (tenuta dei giunti, degli snodi, dei collegamenti, ecc.), della periodicità delle manutenzioni ordinarie e degli interventi di manutenzione settimanali al fine di garantire la corretta funzionalità dell’apparecchiatura provvedendo, ove necessario, alla sostituzione di componenti difettosi o in via di usura così da prevenire eventuali perdite di gas medicali”.
Riguardo poi all’impianto di climatizzazione “deve essere garantita la funzionalità dello stesso riguardo ad aspetti tecnico procedurali e comportamentali:
  • mantenimento delle condizioni termoigrometriche idonee allo svolgimento delle attività previste (conciliando le esigenze di benessere del personale con quelle primarie del paziente);
  • idonea aerazione, finalizzata al contenimento delle concentrazioni ambientali di gas anestetici e/o altri inquinanti gassosi entro i limiti prefissati (requisito imprescindibile dalla presenza di un sistema di evacuazione dei gas anestetici e dal corretto uso e manutenzione del sistema di anestesia);
  • mantenimento della concentrazione di particolato totale aeroportato (biologico e inerte) al di sotto dei limiti previsti;
  • garanzia di gradienti di pressione ben definiti tra i diversi ambienti del reparto operatorio;
  • espletamento di corrette procedure comportamentali del personale conseguibili attraverso un’adeguata formazione ed informazione sui temi correlati al rischio di esposizione ad agenti chimici in sala operatoria”.
Inoltre una corretta valutazione dell’esposizione professionale a gas anestetici “deve essere condotta mediante puntuale verifica della rispondenza di quanto riscontrato nei sopralluoghi effettuati nelle strutture sanitarie, ai requisiti previsti nella normativa specifica e nei documenti tecnici sulla tematica in questione, nonché ai disposti nell’ambito delle misure tecniche, organizzative e procedurali di cui al d.lgs. 81/2008 e s.m.i”.
Si segnala poi che per rendere agevole, durante i sopralluoghi condotti da parte di personale tecnico, l’acquisizione completa delle informazioni necessarie alla verifica dell’adeguatezza delle strutture e delle procedure operative, tra gli allegati di questo volume è riportata una check-list da adottare in presenza di gas anestetici.

Riferimenti:
  • Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Report azione centrale CCM 2018 - Volume 1. Modello integrato per la valutazione dell’impatto dell’esposizione a fattori di rischio fisico, chimico e biologico sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari”, documento e allegato. Il volume è curato da Giuseppe Campo, Diego De Merich, Giusi Piga e Massimo Spagnuolo (Dimeila, Inail); Coordinamento scientifico: Giuseppe Campo (Inail), Maria Giuseppina Lecce (Ministero della Salute), edizione 2023
Fonte articolo: Puntosicuro

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