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RISCHIO COVID-19: COME VERIFICARE L'ATTUAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO

Check list per la verifica delle misure di contenimento del SARS-CoV-2

Pubblicata dall’ATS Bergamo insieme all’Ispettorato territoriale del lavoro un documento per la verifica dell’applicazione del Protocollo condiviso in materia di COVID-19. La check-list conoscitiva e di controllo.

In questa fase così delicata non solo per l’emergenza COVID-19 ma anche per i tanti dubbi su come gestire questa emergenza e applicare tutte le misure di precauzione per prevenire il contagio del virus SARS-CoV-2, è evidente che un documento elaborato insieme da un’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) con l’Ispettorato territoriale del lavoro possa fornire indicazioni molto interessanti.
Ancor più se alla stesura di questo documento ha partecipato il Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria UOC Prevenzione e Sicurezza Ambienti di una delle zone italiane che hanno avuto una maggiore diffusione del nuovo coronavirus, la provincia di Bergamo.
Un documento che fornisce, inoltre, un utile strumento per le aziende – una “check list conoscitiva e di controllo” – per verificare l’adeguatezza delle misure anticontagio adottate nei luoghi di lavoro ai sensi del “ Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” e di quanto indicato nel Decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008.

L’elenco della documentazione da richiedere all’azienda
Il documento riporta innanzitutto un elenco della documentazione/informazioni che possono essere richieste all’azienda per descrivere l’organizzazione e i provvedimenti adottati:

“Documento di valutazione dei Rischi (o stralcio del documento) con particolare riferimento all’aggiornamento della valutazione rischio da contagio da virus SARS-CoV-2 (se effettuata) e/o Piano di intervento predisposto per gestire tale emergenza riportante la descrizione delle misure tecniche, organizzative e procedurali adottate;
Reperti fotografici degli apprestamenti anti contagio posti in essere nei vari reparti (barriere, segnaletica, nastri identificativi delle distanze a terra, cartelli di avviso, obbligo e divieto) o in alternativa, relazione che descriva gli apprestamenti posti in essere;
Elenco dei dispositivi anti contagio posti a disposizione dei lavoratori e le istruzioni fornite per il loro utilizzo razionale, specificando circostanze e modalità d’uso (mascherine, guanti, visiere, tute, calzari ecc.). Si chiede di fornire le fatture o altra documentazione attestante l’acquisto o gli ordini di acquisto in essere).
Fornire schede tecniche ed eventuali certificazioni dei DPI acquistati o in alternativa altra documentazione scritta acquisita dal fornitore e descrittiva delle caratteristiche d’uso del Dispositivo, capacità di filtrazione ecc…
Attestazione di aver provveduto alla formazione del personale per l’utilizzo dei DPI (almeno delle mascherine)”.
“Elenco dei prodotti igienizzanti anti contagiocovid-19 in dotazione con fatture di acquisto e scheda tecnica del prodotto o fotografia dell’etichetta che ne attesta la rispondenza della composizione alcolica secondo quanto previsto e le caratteristiche d’uso;
Elenco delle date delle sanificazioni effettuate sui luoghi di lavoro con descrizione delle modalità operative e dei prodotti utilizzati e, qualora affidata a ditta esterna, eventuale copia della certificazione rilasciata dalla ditta sanificatrice;
Elenco degli eventuali appalti attualmente in essere all’interno dell’azienda con il nominativo delle ditte con le quali si sono stipulati.
Nominativo e recapito del Medico Competente.
Riguardo alla formazione in materia di dispositivi di protezione per verificarne l’adeguatezza si indica che possono essere utilizzati i video – sono documenti informativi, non costituiscono attività di formazione o di addestramento – presenti sul sito Inail (tutorial “Conosciamo il rischio – Nuovo coronavirus”).

La check-list: informazione e distanza interpersonale
La lista di controllo, presente nel documento, permette poi di controllare e verificare l’applicazione del “Protocollo condiviso” ai sensi del DPCM 26 aprile 2020.

Nella “Sezione 0” della check-list si ricorda poi che la prosecuzione/riattivazione delle attività produttive “può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano, adeguati livelli di protezione. La mancata attuazione del Protocollo che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Ovviamente, la misura potrà essere adottata a giudizio delle autorità di vigilanza”.

Nella sezione 1 si indica che l’informazione preventiva e puntuale “è la prima importante misura per contrastare la diffusione del contagio” e per questo motivo le aziende devono impegnarsi a “portare a conoscenza dei propri dipendenti, dei lavoratori non dipendenti che accedono in azienda (personale dell’appaltatore, somministrati, lavoratori autonomi, consulenti, titolari di rapporti formativi etc.), dei terzi (clienti, fornitori ecc.) e comunque di tutti i soggetti (lavoratori ed equiparati) di cui al Titolo I capo art.2 lettera a) del D. Lgs. 81/2008, attraverso apposite note scritte, tutte le informazioni necessarie alla tutela della salute e della sicurezza delle persone presenti in azienda, nel rispetto dei contenuti indicati al punto 1 del Protocollo Condiviso del 26 aprile”.

Nella sezione 1 sono indicate e sono verificabili tutte le varie possibilità di informazione, anche riguardo alla necessità di una “informazione adeguata sulla base delle mansioni e dei contesti lavorativi, con particolare riferimento al complesso delle misure adottate cui il personale deve attenersi in particolare sul corretto utilizzo dei DPI per contribuire a prevenire ogni possibile forma di diffusione di contagio”.

La sezione 7 è invece dedicata alla distanza interpersonale e la lista permette di verificare se “al fine di limitare i contatti tra le persone, nonché evitare aggregazioni, assembramenti ed affollamenti dei luoghi di lavoro o di pertinenza il Datore di Lavoro”:

“ha predisposto una diversa ripartizione/assegnazione degli spazi (es. ridistribuzione del personale all’interno di uffici, banchi di lavoro…) dando disposizioni inoltre di rispettare il ‘criterio di distanza droplet’ (almeno 1 m di separazione tra i presenti)”.
“ha realizzato una separazione fisica fra lavoratori e tra lavoratori e pubblico/clienti/utenti”.
Permette anche di controllare se si è tenuto conto dei seguenti aspetti riguardo agli ambienti di lavoro:
  • “Sono stati riprogettati alcuni ambienti lavorativi al fine di garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro (es. spostamento di scrivanie all’interno di uffici, spostamento di banchi di lavoro all’interno delle officine, introduzione di schermature nella ridefinizione delle postazioni di lavoro…)
  • Sono state revisionate alcune procedure di lavoro al fine di garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
  • Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale inferiore a un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ect.) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
  • Sono state fornite ai lavoratori indicazioni in merito all’importanza di garantire un costante ed adeguato ricambio d’aria.
  • Nel caso di lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare da soli, gli stessi, per il periodo transitorio, sono posizionati in spazi ricavati ad esempio da uffici inutilizzati, sale riunioni.
  • I preposti sono stati formati ed incaricati di sorvegliare il rispetto delle norme igieniche di comportamento dei lavoratori”.
Riferimento:
ATS Bergamo, Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria UOC Prevenzione e Sicurezza Ambienti e Ispettorato territoriale del lavoro di Bergamo, “ Verifica applicazione del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro ai sensi D.P.C.M. del 26 aprile 2020”, il documento contiene la “Check-list conoscitiva e di controllo” (formato PDF, 1.02 MB).

Fonte: Puntosicuro
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