Layout del blog

AGRICOLTURA: ALTO RISCHIO INFORTUNI

ALTO TASSO INFORTUNISTICO IN AGRICOLTURA, UN SETTORE CHE DIFETTA DI UNA ADEGUATA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Gli infortuni sul lavoro vengono di solito associati alla fabbrica o ai cantieri. Eppure è un altro il settore che, per incidenza, continua a detenere il triste primato sia per incidenti in generale (32,10 per mille addetti) sia per quelli con esiti gravi o mortali (rispettivamente 12,77 e 0,086 per mille): l’agricoltura. Solo per incidenti col trattore si registra ogni anno un centinaio di morti. Ma gli effetti del Piano nazionale di prevenzione cominciano a farsi sentire.

Secondo l’Osservatorio Asap sulle Morti Verdi i morti per incidenti col trattore nel 2017 sono stati 178. Contemporaneamente, i dati provvisori del primo semestre 2019 tratti dagli open data Inail, non depurati per itinere e infortuni non riconosciuti, pur nella incertezza legata ai piccoli numeri e alla stagionalità dei lavori agricoli, sembrano segnalare un incremento (da 37 nel primo semestre 2018 a 57 nel primo semestre 2019), come spiega Simona Savi, del Gruppo Agricoltura del Coordinamento Tecnico Interregionale per la Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro.

Uno dei problemi dell’agricoltura, che espone anche gli attori a un rischio maggiore di infortuni, è l’età. E’ infatti assodato lo scarso ricambio generazionale nel settore agricolo. “Le fasce di età maggiormente colpite, a differenza dell’industria, sono da 45 a 60 anni, con frequenze non irrilevanti anche oltre i 75 anni di età. Ovviamente l’età incide sensibilmente sulla gravità dei danni”, puntualizza Savi. Non a caso il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail ha dedicato alla questione un focus specifico. Nel documento vengono analizzati, dal 2011 al 2015, i dati infortunistici dei lavoratori anziani, di età pari o superiore ai 55 anni, presenti nella banca dati Infor.MO, Ebbene, sul totale dei 1.256 casi registrati nel quinquennio preso in esame, nell’archivio sono segnalati 442 infortuni mortali di lavoratori anziani, avvenuti principalmente nel settore agricolo (44%) e nelle costruzioni (24%), seguiti dal comparto manifatturiero, dal terziario e dai trasporti. Per quanto riguarda la tipologia di impresa, gli infortuni sono accaduti essenzialmente nelle micro imprese (80%), mentre risulta bassa (7%) la quota di casi avvenuti in aziende medio grandi, cioè da cinquanta addetti in su.

C’è poi un altro fattore che aumenta l’incidenza degli infortuni in agricoltura: l’obsolescenza dei macchinari. L’agricoltura, infatti, storicamente vive fasi alterne che spesso impediscono un aggiornamento tecnologico e questo è ancora più vero nelle piccole e piccolissime aziende. Il che significa utilizzare macchinari che non rispettano i Res, i Requisiti essenziali di sicurezza: un dato di fatto che gli esperti sperano di poter azzerare con la revisione e l’evoluzione tecnologica.

Anche per questo è molto forte l’aspettativa rispetto all’applicazione del nuovo Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e silvicoltura. “I filoni che saranno rilanciati nel prossimo piano, applicando la metodologia dei piani mirati- illustra Savi-, riguardano il controllo del mercato delle macchine agricole nuove e usate, la vigilanza in settori finora trascurati (cantieri forestali e di manutenzione del verde), la produzione e applicazione di strumenti di semplificazione della valutazione del rischio, a partire dai lavori stagionali”.

Fonte: Redazione Fare Italia
Share by: