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RISCHIO VIOLENZE SUL LAVORO: LA SANITA' COME SETTORE PIÙ A RISCHIO

Sanità: gli infermieri sono i lavoratori più esposti alle violenze

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la violenza sul lavoro (VSL) riguarda gli “incidenti in cui il personale è abusato, minacciato o aggredito in circostanze relative al lavoro, incluso il pendolarismo da e verso il lavoro, con esplicite o implicite conseguenze su salute, sicurezza e benessere" (Richards, 2003).

La violenza sul lavoro e gli infermieri
Nell’intervento “ La gestione delle relazioni problematiche e dei comportamenti violenti, nel lavoro di cura”, a cura di Federico Ricci (Psicologo del lavoro e delle organizzazioni; Coordinatore del corso integrato in Programmazione ed Economia Sanitaria, all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Università di Modena e Reggio Emilia), si ricorda che riguardo alla VSL il settore sanitario è “tra i più esposti (OIL, 2006, a cura di Chappell & Di Martino)”.
Si riporta anche una stima riguardo agli operatori sanitari vittime di violenza fisica e psicologica (OMS, 2002), sul totale degli occupati nel comparto: “Bulgaria 37%, Tailandia 54%, Sudafrica 61%, Libano 41%”.
Si segnala poi che sebbene qualsiasi operatore sanitario sia a rischio, “gli infermieri sono i più esposti alla violenza, poiché hanno un contatto diretto con pazienti, famiglie, parenti (El-Gilany, El-Wehady, & Amr, 2010; Kitaneh e Hamdan, 2012)”.
Ad esempio in Australia “il 36% delle infermiere e ostetriche ha subito violenze da parte dei pazienti o dei loro visitatori (Farrell, Shafiei, e Chan, 2014), in Italia il 49,4% delle infermiere ha riferito episodi di aggressione (Zampieron, Galeazzo, Turra, & Buja, 2010), la percentuale risulta invece del 50% in Cina (Wu et al., 2012), del 80,4% nel caso delle infermiere palestinesi (Kitaneh & Hamdan, 2012), superiore al 75% in Giordania nel campo dell’emergenza-urgenza (AlBashtawy, 2013)”.  

 

Le evidenze sulla violenza nella sanità
Il documento ricorda poi una rassegna di documenti (“Workplace violence by patients and their families against nurses: literature review”), pubblicata nel 2015, che “ha incluso studi dal 2009 in poi”, aventi come oggetto la violenza sul lavoro (verbale, fisica, sessuale) contro infermieri, da parte di pazienti o loro familiari.  
È ormai dimostrato che la VSL, “messa in atto dai pazienti e dalle loro famiglie o visitatori, è più frequente nei reparti di emergenza e di salute mentale”.
In particolare le situazioni di maggior rischio “si presentano nel turno notturno e in situazioni con tempi di attesa lunghi”.

A questo proposito si consiglia:
“l'assunzione di personale sufficiente secondo il rapporto infermiera-paziente raccomandato in diversi dipartimenti, ma anche assunzione di personale competente, soprattutto per capacità di comunicazione;
sviluppo di strumenti per riconoscere i pazienti ad alto rischio, specialmente nei reparti di emergenza”.
 
Si evidenzia poi “l'importanza del supporto allo staff da parte dei manager, sia nell’ascolto che nella gestione delle conseguenze della VSL (concessione di periodi di recupero, supporto psicologico e consulenza specialistica) e nella definizione di politiche” contro la violenza sul lavoro (es. guardie di sicurezza, formazione specifica). 

Fonte: Redazione Puntosicuro
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